Questo posto, certo, com’è brilla poco, è coperto
da una coltre di fango che lo nasconde, ma a tratti la sua vera natura viene
fuori, come un guizzo di vita.
E allora pensiamo che anche per questo Paese ci
può essere una Città di Smeraldo, un luogo di coscienza, di consapevolezza, di
rigenerazione, di sopravvivenza, di rinascita.
È da qui che partiamo, dal viaggio per ritrovarne
l’essenza, la vera natura. Oltre la coltre di fango.
E come Doroty, in cerca della strada per
tornare a casa, scopre di avere già lei stessa lo strumento per tornare a casa,
anche noi dobbiamo avere consapevolezza di possedere lo strumento per “ritrovarci”.
Questo strumento altro non è che la
consapevolezza di sé di quello che siamo stati, delle nostre radici, dei nostri
valori.
E attraverso la rielaborazione delle
esperienze trovare “la forza di andare avanti
superando le paure dei propri limiti e di rafforzare il centro del cuore per
donare abbondanza, crescita spirituale, pace, armonia, amore, pazienza, fedeltà
ed onestà”
(significato dello smeraldo http://www.magozine.it/simbolismo-de-il-mago-di-oz).
Il mondo in cui viviamo ha due
caratteristiche: considerare il web l’unica fonte del sapere e,
conseguentemente, non metabolizzare le notizie a causa della velocità con cui
ci vengono proposte.
Ora questa cosa, che implicherebbe almeno la
messa in discussione delle fonti sia sotto il profilo dell’attendibilità che
della completezza, ha portato alla “cancellazione della storia”, all’“appiattimento
del tempo”.
Ha portato a racconti uniformi, vuoti, privi
di connessioni e di sentimenti.
In una parola “dati”.
Dati e non storia.
“La storia di chi
siamo comincia da prima di noi. E nessun algoritmo generico può riprodurre oggi
l’algoritmo interiore, che come individui, come comunità, trasforma gli stimoli
esterni in pensieri e reazioni, singole e collettive. Tanto più quando quegli
stimoli esterni non sono decifrabili. Tanto più quando la storia da cui veniamo
resta fuori, lontana, altra, neppure presa in considerazione.
Eppure conta, eccome, da dove
veniamo. Conta eccome la storia della terra che abbiamo abitato. Pesa sul
nostro modo di interpretare i fatti, le immagini, gli accadimenti. Pesa sul nostro modo di decidere”
(http://dopolapioggia.wordpress.com/2013/04/03/google-facebook-e-il-valore-nullo-dei-dati-senza-storia/)
Da qui la necessità di farci raccoglitori,
trascrittori di racconti, vicende, personaggi, di immagini, emozioni, colori,
di tradizioni, usanze, cibi. Insomma metterci alla ricerca di tutto quello che
di originario c’è.
riflessioni verdi su
foto di Gianni Labate
Il meraviglioso mondo di Oz
Un articolo si Sara R
sei troppo raffinata ... non ti capiranno mai ....
RispondiElimina