M. C. Escher, Giorno e Notte, 1938, xilografia
Il libero pensiero: l'identità dell'origine, la diversità
della conclusione, fino all'estremo suo opposto. E ancora, il suo
stravolgimento.
E' questo quello a cui penso guardando quest'opera.
Possiamo affermare tutto e il contrario di tutto.
Questo è il valore.
Ma forse ancora più grande è l'accettazione del pensiero
altrui, di un pensiero diverso.
Escher, prima di descrivere il suo mondo interiore, ha
immortalato luoghi della Calabria, oltre che dell'Italia, che lo affascinavano
particolarmente. Tra questi Pentedattilo, antico borgo dell'area grecanica
(Melito P.S. provincia di Reggio Calabria).
Il nome deriva dal greco penta e daktylos, cinque dita.
Posto affascinante e misterioso.
Così lo descriveva Edward Lear:
"all'apparire di Pentedattilo è perfettamente magico, e
ripaga qualunque sacrificio fatto per raggiungerlo.
Selvagge sommità di pietra spuntano nell'aria, aride e
chiaramente definite in forma (come dice il nome) di una mano gigantesca contro
il cielo, le case di Pentedattilo sono incuneate all'interno delle spaccature e
dei crepacci di questa piramide spaventosamente selvaggia, mentre tenebre e
terrore covano sopra l’abisso attorno alla più strana abitazione umana."
M. C. Escher, Pentedattilo, Calabria, 1930
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