venerdì 17 ottobre 2014

Del Rio e la negazione del concetto di riforma

Trovo che la Legge Del Rio sia la NEGAZIONE del concetto di riforma.
Essa contiene un imprecisato numero di contraddizioni e nessuna prospettiva, se non quella dichiarata dell’eliminazione di una istituzione, forse la più antica forma di aggregazione sociale istituzionalizzata.
Bastavano poche domande e altrettante risposte:
Perché riformare? Cosa riformare? Dove andare?
Mi sconcerta, come dipendente di una Amministrazione Provinciale, il cambiamento o la sospensione delle finalità dell’ente, come cittadina la privazione del diritto di voto e la modifica di un ente posto a tutela del cittadino senza passare dalle procedure di riforma della Costituzione.
In fondo è la stessa cosa: è cambiata la finalità di un ente pubblico senza un’adeguata e necessaria riforma costituzionale.

In estrema sintesi il fine ultimo dell’ente Provincia, vecchia versione, era quello di tutelare un territorio più ampio di quello comunale per realizzare una sorta di omogeneizzazione territoriale, di armonizzazione del territorio per appianare, ove possibile, le differenze e porre le condizioni per garantire a tutti parità di accesso ai diritti, parità di soddisfazione dei bisogni.
Il Fine di questo nuovo organismo di secondo livello qual è, non mi è ancora chiaro.
Si è detto che l’ente deve essere a servizio dei Comuni.
Ma siamo sicuri che sia la stessa cosa? Siamo sicuri che le ricadute sul territorio delle azioni di questa nuova Provincia siano le stesse di quelle di un ente intermedio posto a tutela dei cittadini di tutti i comuni che comprende?
Ritengo che essere funzionale ai bisogni dei Comuni sia diverso dall’essere funzionale al territorio nel suo complesso.
Che è poi il problema della rappresentatività o della mancata rappresentatività.
La Provincia vecchia versione era governata da soggetti che, in quanto eletti, rappresentavano e tutelavano i cittadini di tutto il territorio.
Questo nuovo organo formato dagli eletti dei diversi comuni, chi rappresenta?
I consiglieri provinciali, sindaci, rappresentano ovviamente ognuno i propri elettori, alla faccia della sintesi dell’interesse collettivo (essenza stessa di un ente sovra comunale).
Per non parlare poi di questo nuovo presidente, sindaco anche lui, che deve svolgere due funzioni verosimilmente spesso in conflitto di interesse.
1. non ha una indennità specifica, per cui se, per ipotesi, passa metà settimana in Provincia, lo fa a spese dei cittadini del SUO Comune, che ovviamente saranno ben lieti di servire anche gli altri comuni
2. nel momento in cui, ovviamente da lui ci si aspetta la sintesi degli interessi del territorio, dovrà scegliere un bisogno, un interesse, questo povero presidente sarà a favore del suo Comune oppure sarà contro i suoi elettori.
Pare però che duri poco. Pare…
Intanto avremo sempre più cittadini di serie A, i residenti della città capoluogo, popolosa almeno quanto il resto della Provincia e altrettanto (se non più) ricca, autosufficiente nella soddisfazione dei bisogni, e cittadini di serie B, quelli residenti in comuni più piccoli, meno popolosi, meno ricchi.
In bocca al lupo, intanto noi navighiamo a vista.

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