I detti antichi sono sempre i più efficaci per esprimere con
poche parole ciò che si intende dire. In questo caso mi riferisco ai danni
prodotti da nord a sud dagli eventi metereologici. Bisogna essere ciechi e
sordi per non comprendere gli allarmi che Madre Natura ci sta inviando. Bisogna
essere incoscienti o ignoranti a solo pensare
di continuare a cementificare, a costruire laddove con scelte scriteriate si sono prodotti già enormi danni, a solo pensare di risolvere i problemi economici di un Paese, che ha molto da offrire in termini paesaggistici, archeologici ed enogastronomici, continuando a creare ecomostri e opere tanto costose quanto inutili e dannose. Non si può accettare di vedere l’ambiente in cui viviamo distrutto per l’incuria e l’ingordigia di pochi, non si può accettare di vedere le nostre spiagge erose a causa di precedenti interventi scriteriati su ciò che la Natura aveva posto a protezione delle stesse, non si può accettare che i ns mari vengano trivellati per ingrossare le tasche dei soliti noti. Il problema del lavoro è diventato un’emergenza inderogabile in questo Paese ed è pura illusione che si possa pensare di risolverlo costruendo un un’autostrada, un porticciolo, una ferrovia o una centrale a carbone. Se si vuole veramente risolvere il problema è necessario puntare sulla cultura preparando i giovani con un’adeguata formazione scolastica, su un’economia ecosostenibile, sull’agricoltura biologica, sulla valorizzazione dell’enorme patrimonio archeologico e architettonico che abbiamo la fortuna di avere in tutto il Paese, sull’industria turistica ed enogastronomica, sulle fonti rinnovabili e sulla messa in sicurezza dei territori dal dissesto idrogeologico. Le grosse industrie hanno lasciato l’Italia, lasciandosi dietro oltre al danno occupazionale anche danni ambientali e di salute, ed è impensabile che tornino indietro per cui, volenti o nolenti, dobbiamo renderci conto che dobbiamo cambiare prima noi stessi se vogliamo veramente cambiare il mondo.
di continuare a cementificare, a costruire laddove con scelte scriteriate si sono prodotti già enormi danni, a solo pensare di risolvere i problemi economici di un Paese, che ha molto da offrire in termini paesaggistici, archeologici ed enogastronomici, continuando a creare ecomostri e opere tanto costose quanto inutili e dannose. Non si può accettare di vedere l’ambiente in cui viviamo distrutto per l’incuria e l’ingordigia di pochi, non si può accettare di vedere le nostre spiagge erose a causa di precedenti interventi scriteriati su ciò che la Natura aveva posto a protezione delle stesse, non si può accettare che i ns mari vengano trivellati per ingrossare le tasche dei soliti noti. Il problema del lavoro è diventato un’emergenza inderogabile in questo Paese ed è pura illusione che si possa pensare di risolverlo costruendo un un’autostrada, un porticciolo, una ferrovia o una centrale a carbone. Se si vuole veramente risolvere il problema è necessario puntare sulla cultura preparando i giovani con un’adeguata formazione scolastica, su un’economia ecosostenibile, sull’agricoltura biologica, sulla valorizzazione dell’enorme patrimonio archeologico e architettonico che abbiamo la fortuna di avere in tutto il Paese, sull’industria turistica ed enogastronomica, sulle fonti rinnovabili e sulla messa in sicurezza dei territori dal dissesto idrogeologico. Le grosse industrie hanno lasciato l’Italia, lasciandosi dietro oltre al danno occupazionale anche danni ambientali e di salute, ed è impensabile che tornino indietro per cui, volenti o nolenti, dobbiamo renderci conto che dobbiamo cambiare prima noi stessi se vogliamo veramente cambiare il mondo.
“Le
persone non stanno più a piedi nudi sulla terra. Le loro mani si sono
allontanate dall’erba e dai fiori, non guardano il cielo e sono sordi ai canti
degli uccelli, le loro narici sono diventate insensibili a causa dei fumi dei
tubi di scappamento, le loro lingue e il palato hanno dimenticato i sapori
semplici della natura. I cinque sensi si sono sviluppati isolati dall’ordine
naturale delle cose. La gente si è allontanata due o tre scalini dall’essere
davvero umani. Il vero godimento e le delizie dell’uomo erano un estasi
naturale. Questo esiste solo nella natura e svanisce lontano dalla terra. Un
ambiente naturale non può esistere fuori dalla natura e così l’agricoltura
dovrebbe essere il fondamento della vita. Il ritorno della gente al campo per
coltivare la terra e creare villaggi di esseri umani veri è il cammino da
seguire per la creazione di città e nazioni
ideali.”
Masanobu Fukuoka.
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